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Cartellone 2003
DANZANDO LOLITA Teatro Palladium, 6, 7, 8 novembre 2003 Ideazione e voce recitante Stefano Benni Testo Vladimir Nabokov (Lolita: alcuni brani) Musiche originali e contrabbasso Paolo Damiani Movimenti narranti e danza Giorgio Rossi, Aline Nari Sax contralto, clarinetti Achille Succi Tastiere, pianoforte Alessandro Gwis Luci Michelangelo Campanale Costumi Beatrice Giannini Danza Chantal Copello, Silvia Bugno
Produzione Romaeuropa Festival 2003, ACJ Associazione Culturale Jonica, in collaborazione con Sosta Palmizi Spettacolo presentato nel quadro del Progetto di valorizzazione e promozione sostenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali in occasione della Presidenza Italiana del Semestre Europeo
Prima mondiale
Romanzo composto in un linguaggio superbo, Lolita di Nabokov lascia emergere i personaggi (Humbert, il protagonista, in particolare) con sadica simpatia, immergendoli in un universo quasi grottesco che commenta compiaciuto i propri riti e le proprie debolezze. La Lolita raccontata da Stefano Benni si mescola con altrettanta ironia e poesia alla sonorità jazz di Paolo Damiani ed ai movimenti del coreografo Giorgio Rossi. Nel romanzo l’aristocratica mediocrità di Humbert è travolta da quel luminoso oggetto del desiderio che ha un nome per ogni occasione (Lo, Lola, Dolly, Dolores e finalmente Lolita fra le sue braccia) e l’austero professore va alla deriva, ammaliato dalla spensierata e proibita sensualità della ragazzina e dal miraggio di una giovinezza cui tenta disperatamente di rimanere aggrappato nonostante si prenda gioco di lui. Il romanzo di Nabokov offriva, nel 1955, una istantanea bruciante dell’America di allora, dominata da miti ed ossessioni (soprattutto il sesso), mentre continuava la sua incessante investigazione attraverso il tema dell’identità, intramontabile indagine presente in ogni parola di Nabokov, financo nella scrittura stessa. Benni, Damiani e Rossi esaltano il testo di Nabokov, raccontano l’amore per l’amore che abbatte le diversità e i pregiudizi, tessono un più alto e schietto elogio degli amori impossibili. Stefano Benni ha scelto alcuni brevi brani della Lolita di Nabokov, aggregandoli con suoi brevi raccordi: e così Humbert conduce lo spettatore in un viaggio che libera il desiderio, nell’illusione di un presente appena assaporato che è già però alle spalle. Le musiche di Paolo Damiani accompagnano e suggeriscono i percorsi di questo viaggio attraverso l’enigma dell’umana tensione all’inattuabile; i movimenti di Giorgio Rossi, mai illustrativi, traducono l’indicibile in una poesia enunciata dal corpo. Lolita è la storia di un amore impossibile, che travolge colui che la vive e lo trasforma nel contrario di se stesso, «un libro che andrebbe consigliato contro il moralismo ipocrita e il turismo sessuale esotico, casalingo, cibernetico», dice Benni, «un libro che non chiede né assoluzioni né terapie, ma solo di essere letto con verità».
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